"E quello picciolo Tempio eretto sul vivo sasso nella sommità di detto monte, costrutto di stabili e quadrate mura, che formano per tetto una fortissima volta, acciò potuto avesse far resistenza all’ire più impetuose de’ venti, à quali per ogni parte stà esposto e per raffrenare con la robustezza della fabbrica l’orgogliose furie de’ turbini, che per l’altezza del luogo colà sovente han dominio. Hà la porta rivolta al settentrione alla cui prospettiva mirasi un picciolo altare, sù del quale iscorgesi per Icona, dipinta nel muro, un antica e venerabile Immagine, che esprime con dipintura a fresco l’effigie del glorioso Arcangelo S. Michele, giusta l’antica costumanza della Chiesa, cioè da giovine alato, con la lancia alla destra in atto di ferire il demonio sotto de’ dilui piedi, e con la sinistra la bilancia, leggesi di sotto. S.Michael Arcangele defende nos in proelio. Della fondazione del Tempio non vi è scrittura, ò altra memoria autentica, che né ragioni, v’è nondimeno costante fama, et antica tradizione cavata da un manuscritto, che egli in tal guisa avesse avuto origine. Ne passati secoli ritrovandosi un dì, in tal monte un Pastore a pascolar la sua greggia, avvenisse un turbine si spaventoso, e terribile, a segno che il disgraziato bifolco non trovando scampo al pericolo, umilmente invocasse l’agiuto dell’Arcangelo S.Michele il quale alla divota invocazione di tal semplice, et innocente uomo li comparisse visibilmente in forma di splendente giovine, e datogli animo che non paventasse, comandasseli facesse ivi eriggerli un Tempio in suo onore per dover in avvenire proteggere da tal Sacro asilo tutti li suoi divoti, lo che detto disparisse, cessando anche immantinente il turbine. Il pio Pastore dopo l’annuncio, incontinente portossi a notificare tutto ciò al Chericato di detta Città di Sala, dala cui divozione, in memoria di sì ragguardevole avvenimento eretto fusse colà al Santo Arcangelo un picciol Tempio, il quale essendo poi rovinato ò dalla voracità del tempo, ò per altri accidenti, indi non guari discosto, un altro fabbricato vi fù, pur dalla pietà di cittadini con l’elemosine de’ fedeli qual è il presente appunto. Et in fatti nel escavarsi l’anno passato le fondamenta d’una nuova cisterna, vicino il Sacro Tempio, fatta fabbricare per uso, e commodità de’ Pellegrini, con proprio danaro, dalla pietosa carità di questo nostro Illustrissimo prelato D. Carlo Francesco Giocoli, abbiamo osservato le rovine di detto antico Tempio, che pareva egli bassamente fabbricato a guisa di spelonca sotterranea, e nelle dilui basse e profonde mura osservavansi anche le dipinture delle Sacre Immagini, logorate dall’antichità". (C.GATTA, La Lucania illustrata, Napoli, Abrì, 1723, pp. 80-82)
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